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Giorgio Gori, Source: Bergamo Municipality

Vorrei creare una città che ha fiducia nel future

Vorrei creare una città che ha fiducia nel future

Intervista con Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo

Giorgio Gori è nato il 24 marzo 1960 a Bergamo. Ha frequentato il liceo classico “Paolo Sarpi”. Ha studiato Architettura, al Politecnico di Milano, dove si e laureato con una tesi di urbanistica. Giornalista, produttore televisivo, fondatore della casa di produzione televisiva Magnolia ed ex direttore di Canale 5 e di Italia 1. Dal dicembre 2011 è iscritto al Partito Democratico di Bergamo. Nell'aprile 2012 ha creato l'Associazione InNOVA BERGAMO. Dal 10 giugno 2014 è sindaco di Bergamo.  

Vista panoramica di Bergamo

Sindaco Gori, negli ultimi anni Bergamo diventa sempre più attraente e famosa. È anche la sua città natale, qual è il suo posto preferito a Bergamo?

Uno dei punti del programma di 5 anni fa era proprio quello di far conoscere la nostra città, non solo nel nostro Paese, ma soprattutto a livello internazionale. Rendere Bergamo attrattiva, sfruttare il potenziale del suo aeroporto, far conoscere il grande patrimonio storico e artistico della città è stato uno dei punti qualificanti del piano di mandato della nostra prima Amministrazione. È anche un modo di condividere la bellezza di questa città con gli altri, un modo di incanalare l’orgoglio cittadino in modo che ne possano godere più persone possibili. Io sono fiero della mia città, credo che sia uno dei centri più belli del nostro Paese.

Qual è il mio posto preferito? Credo la zona dei colli, che mi piace sempre percorrere a piedi e in bicicletta non appena ho un po’ di tempo: penso che sia un luogo magico.

Lei è sindaco di Bergamo dal 2014. Quali progetti completati ritiene come i più importanti?

Abbiamo lavorato moltissimo negli anni precedenti per far accelerare la città su tante cose. Tra i principali traguardi della scorsa Amministrazione metto la nomina a Patrimonio dell’Umanità UNESCO delle Mura di Bergamo Alta, ma anche il +55% di flussi turistici verso la città, la controtendenza rispetto alla media nazionale sulla natalità che abbiamo registrato negli ultimi 2 anni, la scalata alle classifiche delle città più smart d’Italia (anche grazie a un sistema wi-fi all’avanguardia ed esteso per 3 mln di km di luoghi pubblici), lo sblocco di situazioni che erano ferme da anni (come la modernizzazione dello stadio dell’Atalanta, la bonifica dell’ex gasometro, la situazione dell’ex Caserma Montelungo e di diverse altre aree dismesse), l’incremento di fondi e servizi per il sociale e la costruzione di due nuove scuole. Sono solo le prime cose che mi vengono in mente, abbiamo davvero fatto moltissimo e altrettanto vogliamo fare nei prossimi 5 anni, con un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità e della mobilità.

Tra le sfide più grandi nel suo lavoro sono il traffico e l’inquinamento. Quali misure sta pianificando il comune in questa direzione?

Sotto questo punto di vista abbiamo le idée molto chiare. Abbiamo infatti adottato in questi mesi il nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e moltissime indicazioni sulle strategie dei prossimi anni sono indicate molto chiaramente: la prima è la difesa dei quartieri periferici della città dall’invasione quotidiana delle auto, realizzando parcheggi di attestazione nella fascia periurbana e disincentivando l’utilizzo del mezzo privato per raggiungere il centro città. Vogliamo inoltre investire sulla mobilità elettrica e abbiamo per questo realizzato 32 infrastrutture di ricarica e avviato la prima linea full electric di trasporto pubblico nel nostro Paese. Entro il 2024 puntiamo ad avere solo autobus green in città. Ma non solo: lavoriamo per costruire i presupposti per realizzare l’area B in città, una zona in cui possono entrare solo veicoli a basse emissioni, come avviene in molte città europee.

Sotto questo aspetto sono pure gli obiettivi di riqualificazione urbana e mobilità sostenibile. Saranno questi i lavori di base da fare nei prossimi anni?

L’obiettivo che ci siamo dati già con la prima Amministrazione è quello di non consumare suolo libero e invece riqualificare aree dismesse esistenti da tempo in città. Abbiamo avviato una lunga serie di progetti per “ricucire” il tessuto urbano, cercando di ridurre costantemente le volumetrie previste e realizzando aree verdi laddove fino a poco tempo fa insistevano esclusivamente edifice industriali. Nei prossimi anni ci concentriamo su due progetti molto ambiziosi, quail Chorus Life, un intero quartiere concepito per essere modello tecnologico e green di costruzione da parte di Grupedil, e sull’area a sud della stazione, spazio di 400 mila mq che ospiterà il polo intermodale (stazione ferroviaria, tramvia delle valli, stazione bus, collegamento aeroportuale), parcheggi di attestazione e una grandi cintura verde, capace di rendere suturare il centro città alla zona sud di Bergamo. E poi molto altro ancora, sempre ovviamente con uno sguardo coerente e in armonia con le politiche di disincentivazione del mezzo privato, il miglioramento della qualità della vita nelle periferie e la necessità di offrire housing a prezzi vantaggiosi per giovani e anziani.

Municipio di Bergamo

Quali altre buone pratiche si sviluppano nel comune. Come li finanziate?

Le risorse dei Comuni italiani sono state molto ridimensionate negli ultimi anni, anche soprattutto in conseguenza della crisi economica, che ha visto i Comuni dover supplire e produrre uno sforzo davvero notevole per far fronte alla situazione delle casse nazionali. In questo scenario, Bergamo rappresenta da sempre una città virtuosa per quello che riguarda la gestione dei propri conti e bilanci e quindi siamo in grado di chiudere ogni anno centrando gli obiettivi finanziari di previsione. Per realizzare le infrastrutture e i progetti di riqualificazione urbana, abbiamo però avviato una strategia di partnership pubblico-privata, facendo quindi leva su fondi privati per perseguire obiettivi di chiaro interesse pubblico. Penso al nuovo palaghiaccio, realizzato con i fondi di Italimmobiliare, lo stadio rinnovato dopo la cessione all’Atalanta B.C., la ex Caserma Montelungo che diverrà studentato universitario grazie all’impegno dell’Ateneo di Bergamo. Ma ci sono molti altri esempi così.

Cosa ne pensa di una piattaforma unificata per i comuni europei e il suo principale obiettivo di rendere e mantenere i cittadini europei meglio informati su ciò che sta accadendo nell'Unione europea? Come possiamo essere utili a Lei e ai cittadini di Bergamo?

Credo che possa essere molto utile. Uno dei problemi che sconta l’Unione Europea in questa fase storica è anche la disinformazione che regna su quelle che sono le attività e le buone prassi del nostro continente. Io credo che uno strumento come una piattaforma unificata possa contribuire a costruire un senso e uno sguardo comune sulla contemporaneità. Non solo: ci sono anche molte cose da imparare, per un Amministratore, visto che la maggior parte delle città europee sono chiamate a rispondere a sfide e problemi simili o comuni. Penso alla riduzione delle emissioni, alla disincentivazione dell’uso del mezzo privato per spostarsi, alla necessità di ricostruire un welfare che sia in grado di far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione, a buone prassi per meglio affrontare l’immigrazione e costruire integrazione e molto altro ancora: da questo punto di vista, questa piattaforma può essere davvero molto utile.

Che città vorebbe trovare alla fine del suo mandato nel 2024?

L’obiettivo è quello di concludere il mandato in una Bergamo attrattiva su scala continentale, con un Università sempre più in crescita, una mobilità sempre più green e una città smart e che ha saputo cogliere le potenzialità che la tecnologia offre in questo periodo storico. Ma soprattutto una città che non ha perso i legami tra le persone, che, anzi, li ha rafforzati, nei condomini, nei quartieri, tra generazioni diverse, grazie a un welfare di prossimità costruito con il terzo settore e le piccolo realtà del territorio, un sistema educativo efficiente e un’Amministrazione che sia stata in grado di prendersi cura delle fasce più deboli della popolazione, ascoltandone le esigenze di sicurezza e di inclusione sociale, cercando di favorire investimenti e costruendo un clima di fiducia verso il futuro. Ecco, vorrei lasciare il mio ruolo di Sindaco con una città che ha fiducia nel future.

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